Salerno - Napoli - Caserta


Si è conclusa la mini vacanza nella città Partenopea che, nonostante la pioggia battente ci abbia lasciato pochi spazi, è stata di gran lunga superiore alle nostre aspettative.
Eravamo già stati un paio di volte a Napoli dove avevamo dedicato tempo ai siti più noti.
Questa volta un po’ volutamente ma molto per pura fortuna abbiamo visto una Napoli diversa ma molto interessante, entrando in contatto con delle persone che ci hanno trasmesso un grande amore per la loro città.
Potrei dividere quanto ho visto in tre tematiche:
-          La medicina
-          I Palazzi dei Borboni
-          La nuova architettura

La Medicina
A Salerno, dove abbiamo dormito due notti, ci è stato indicato di visitare l’orto botanico.
Piccolino sulla parte alta della città con una bella vista sul mare, l’orto si è rivelato non essere un giardino dove raccogliere molti esemplari di piante e fiori ma un orto dedicato alla coltura delle piante medicinali. Un video all’ingresso ci ha erudito sul fatto che quello è stato il primo orto medico di Europa, dove ancora le piante presenti sono quelle usate nella medicina dei decotti, infusi ecc. ecc. fino all’avvento della prima medicina moderna: l’aspirina.
A Napoli mirabile la farmacia e l’ospedale degli Incurabili, una visita guidata tra storia della città antica e delle persone che hanno avuto rilevanza in essa.
E infine tra leggenda e verità il percorso, fino a pochi anni fa impossibile a causa delle faide camorristiche, altro punto a favore di Napoli che sta cercando di risanare e ritornare ad essere una città cosmopolitica dei tempi passati, all’interno del quartiere Sanità con il Cimitero delle Fontanelle.
Un posto molto particolare che racconta un pezzo di storia napoletana nelle fasi della peste, dell’Edito di Napoleone che voleva i cimiteri fuori delle chiese e della città e delle credenze popolari.
Per raccontare quanto ho appreso ci vorrebbero pagine e pagine, ma questo mio racconto vuole essere memoria per me e curiosità per chi passerà a leggere.

I Palazzi dei Borboni
Napoli va vissuta metro per metro camminando e guardandosi attorno. Dal quartiere Sanità si sale a piedi a Capodimonte, il palazzo di caccia dei Borboni che con il suo enorme Real bosco è a tutt’oggi il polmone verde della città. Salendo a Capodimonte numerosi sono i palazzi dell’epoca che si possono ammirare. Il più bello tra tutti il Palazzo dello Spagnolo.

Purtroppo a causa della fitta pioggia non abbiamo potuto visitare il parco di Capodimonte ma la pinacoteca è talmente grande e fornita di capolavori di inestimabile valore da doverci dedicare molte ore.

Il secondo palazzo è nientepopodimeno che la Reggia di Caserta. Si possono ovviamente spendere molte parole ma direi che la meraviglia è proprio il parco dove Vanvitelli ha dato il meglio di se stesso creando una vera opera d’arte. Dell’interno, molto simile alla Reggia di Versailles anche per l’epoca di riferimento, mi hanno colpito le sale della biblioteca Palatina con ancora i volumi originali.

La nuova Architettura
E qui mi sono davvero entusiasmata.

Bellissima la stazione marittima di Salerno dell’architetta irachena Zaha Hadid situata sul molo Manfredi. Una bellissima conchiglia appena appena aperta che di notte è illuminata in modo mirabile.
Mi spiace non aver potuto vedere anche la stazione dell’alta velocità di Afragola della stessa architetta, ma senza auto era irraggiungibile.

A Napoli hanno fatto con la metropolitana numero 1 un’opera degna di una grande città a livello mondiale. Sono stati ingaggiati numerosi artisti internazionali per ideare e decorare le varie stazioni.
La stazione di Piazza Garibaldi è imponente, grandiosa, sormontata da una copertura che richiama le vele, ricca di scale mobili sospese.
La fermata di Toledo è stata premiata come stazione più bella di Europa.
Molto simpatico è vedere la gente salire e scendere per le scale mobili più volti per fotografare e filmare il cono che riporta i colori del mare.
Ogni fermata ha la sua particolarità, è proprio consigliabile un giro per vedere tutte le stazioni dell’arte.

Per ultimo voglio spendere una parola per un’opera che mi ha lasciato senza parole e con le lacrime agli occhi: Il Cristo velato e la Cappella di Sansevero.
Il corpo martoriato di questo uomo che si abbandona al destino inevitabile sotto un velo steso da una pietosa mano da una commozione indescrivibile. Mi sono domandata se il suo autore Sanmartino sia stato consapevole di quanto aveva prodotto.
Non meno bello è tutto quello che lo circonda ma come ho detto se passate di qua a leggere andate a vederlo.