Natale

A grandi passi si avvicina e mi ritrova come ogni anno impreparata.
Vorrei per questo giorno la perfezione ma perfezione non sarà mai, come non è giusto che sia. Deve essere un giorno di festa di serenità da passare in famiglia e con chi si vuole bene.
Come ogni anno prepariamo albero e presepe per tempo anche se per me la tradizione è quella della mia nonna che preparava un bellissimo albero alla vigilia di Natale dopo che tutti eravamo andati a letto. Un albero vero alto fino al soffitto con le luci e le palline di vetro.


Negli anni ho acquistato anch'io le palline di vetro a dispetto di mio marito che prevede catastrofi ogni anno, ma mi sono arresa all'albero ecologico. Quelli veri sono spelacchiati e perdono presto gli aghi. Della serie non ci sono più gli alberi di una volta!
Ma come faceva mia nonna la mattina di Natale faccio trovare alla mia famiglia l'albero illuminato con sotto pacchetti di tutte le forme colori e dimensioni.


A dire il vero sotto l'albero di mia nonna c'erano solo i regali per me. Una volta non erano molti i soldini e quindi si pensava ai piccoli mentre per i grandi non mancava il lauto pranzo di mezzogiorno.
Io vivevo con la mia mamma dai nonni materni che avevano altre quattro figlie, più sorelle che zie per me visto che la differenza d'anni non era poi così grande. A pranzo si faceva una grande tavolata perché spesso erano presenti i fidanzati. C'era da mangiare di tutto e di più, ma il piatto forte erano i tortellini rigorosamente fatti in casa da mio nonno che era di Bologna. La preparazione dell'impasto iniziava dieci giorni prima perché ogni giorno si doveva aggiungere un ingrediente in modo che l'impasto si insaporisse di volta in volta. La sfoglia invece era compito di mia nonna che aveva me per aiutante. Ne preparava molta perché in parte veniva usata per i tortellini e in parte per le tagliatelle. Era talmente tanta che mangiavamo da Natale a Befana tortellini alternati alle tagliatelle.
Poi c'erano i panettoni, i torroni e le bottiglie portate in regalo dai fidanzati. Insomma eravamo una tipica famiglia anni 60 come quelle proposte dalle miniserie tv.
E com'è nel 2000 la mia famiglia? La vedo attraverso le mie figlie impegnate con entusiasmo nei preparativi di Natale. Da sempre presenti al pranzo nonostante avessero potuto prendere strade diverse. La tradizione del Natale passata di generazione in generazione nel DNA.
Quando sento dire alle persone che non sentono più il Natale perché è solo consumismo mi viene da consigliare di cercarlo dentro di noi. Il Natale siamo noi.

E per concludere questo mio post dedicato al Natale una foto dedicata al mio hobby preferito.


Due quadri di Parolin hanno trovato posto nel corridoio di casa.

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