E i veneziani celebrano il Sommo Poeta nei nomi dei ponti intorno all'arsenale: ponte Paradiso, Purgatorio e Inferno!
A fianco dell'ingresso tra le due torri che servivano per infilare i pali delle vele nelle navi, si intravede la Darsena vecchia. Qui i veneziani costruirono i galeoni e poi le galeazze che sconfissero i turchi nella battaglia di Lepanto.
E lo squero dove veniva costruito il Bucintoro, la Galea di Stato dei Dogi Veneziani, a cui Napoleone ridusse l'arco di uscita perché qual'ora i veneziani avessero voluto costruirne un altro, ripristinandolo si sarebbero ricordati di lui!
E poi ancora la darsena nuova, con una delle 11 gru costruite dagli inglesi nell'800, fonte di grande innovazione industriale.
E il piccolo sottomarino italiano costruito per individuare sommergibili russi durante la guerra fredda. Porta il bel nome di Enrico Dandolo, Doge veneziano.
Nei secoli di attività continua, l'Arsenale si sviluppò fino ad occupare 46 ettari di superficie impiegando fino a 5.000 maestranze. Oggi si può visitare solo il 20, massimo 30 %, è sede dell'Istituto degli Studi Marittimi della Marina Militare.
Molto ci sarebbe da raccontare ancora; squeri, cavane, corderie, telerie, nomi di navi famose qui costruite, personaggi famosi che hanno lavorato per dare lustro ad una città unica al mondo.
Alla fine della serata, resta questa foto mossa ma piena di fascino ai miei occhi, avari di rubare e trattenere a lungo le meraviglie che la mia città offre.
Con l'emozione di sapere che qui mio nonno fu un "arsenalotto".