La Viandanza

E' stato un anno difficile, troppe cose successe hanno travolto la nostra quotidianità, ma ora tutto sembra rientrato e anche l'aria fresca di stamani dopo il caldo soffocante dei giorni scorsi, sembra darmi nuova vitalità.

E mentre Nonna si gode la sua vacanza sul lago di Garda, io ho staccato con una giornata "viandanzina" come la chiama il gruppo che una volta al mese va a conoscere la nostra bella regione (grazie a Gabriella che me l'ha fatto conoscere).

Il percorso di ieri ci ha portato nella pedemontana vicentina, ai piedi dell'Altopiano di Asiago, terra di colonizzazione tedesca, i famosi Cimbri.






Sembra un piccolo fiume ma nella storia dei Cimbri, e non solo, è stato di grande importanza : l'Astico è stato usato per traghettare il legname che dall'Altopiano scendeva in pianura, e in epoca più recente Alessandro Rossi elettrificò tutta la sponda per le nuove fabbriche tessili che andavano a turbina d'acqua.

E' un fiume dall'acqua pulita ma con piene improvvise, usato come spiaggia da chi vi abita, e vi assicuro che l'acqua invita a bagnarsi i piedi.









Di paese in paese, piccoli, graziosi, ben curati con begli orti, siamo giunti a vedere il parco del Sojo, nelle vicinanze di Luisiana (uno dei sette comuni dell'Altopiano), non tutto perchè la visita richiedeva un paio d'ore e scarponcini adatti. E' un percorso dove artisti di tutto il mondo dalla Landart alla Popart espongono le loro opere. Eccone un assaggio.








Ma anche il paese alle porte del parco, Covolo del Velo, ci ha riservato lo spettacolo delle piastrelle decorate per l'antico gioco veneto della Pissotta. Questo gioco è una specie di tombola dove ogni giocatore possiede una o più cartelle con 8 simboli, le 64 formelle che compongono il tabellone sono realizzate in ceramica, piccole opere d’arte che sostituiscono numeri e parole, simboli riconoscibili perché al gioco di un tempo potessero parteciparvi analfabeti e bambini. La ceramica è quella di Nove, paese vicino a Bassano del Grappa, dove la seconda domenica di settembre degli anni dispari si ripete il gioco della pissotta.








E non poteva passarmi inosservata questa gattina, tra l'altro in dolce attesa, che si è accomodata in mezzo al gruppo, a guardia della sua preda.

E poi via alla volta di Marostica, porta importante tra il mondo montano e quello della pianura, già reticolato romano, divenne fortezza scaligera talmente bella che nè i Visconti, nè i Veneziani e tantomeno Napoleone se la sentirono di distruggerla. Le sue mura formano un ventaglio tra il castello inferiore e quello superiore, a racchiudere la piazza, il borgo vecchio e i meravigliosi giardini.

Davanti al castello inferiore c'è la famosa piazza degli scacchi dove ogni anno si ripete la partita con i figuranti che rievoca quella fatta per ottenere la mano della bella castellana.








E da Marostica, passando per Bassano ad ammirare una delle tante ville del Palladio, quella di Angarano, che data la quantità di acqua che il cielo in quel momento ha voluto elargire alle nostre teste, non mi è stato possibile fotografare, siamo arrivati in Valstagna.

Paese lungo il Brenta famoso per i suoi 4.444 gradini che conducono all'altopiano di Asiago (non ci crederete ma alcuni anni fa li feci tutti!), che servivano per far scivolare i tronchi per caricarli nelle zattere che li portavano a Venezia.

E qui non abbiamo potuto non ammirare la bella effige del nostro "Leon" posto dai veneziani per far capire che lì era zona loro e non andava toccata.






Sguardo feroce, spada alzata, libro chiuso, una zampa sulla terra e due sul mare, la coda a ricciolo, sembra minacciare chiunque a non mettersi contro la Serenissima.

Venezia la dominante, la si incontra ad ogni passo.

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